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Open to meraviglia: la storia infinita

Il Campanile di San Marco, il Colosseo, i Faraglioni. E non poteva mancare il nastro tricolore tra i capelli della fluente chioma della Venere per "vendere l'Italia e le sue eccellenze", come ha spiegato la ministra Daniela Santanchè.

Per realizzare la campagna pubblicitaria "Open to meraviglia" ci sono voluti ben 9 milioni di euro e l'impegno del Gruppo Armando Testa. L'"opera" è stata commissionata dal Ministero del Turismo e dall'Enit, con il contributo del Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria della Presidenza del Consiglio.

La testimonial non è la Ferragni, bensì la Venere del Botticelli, un'icona di bellezza rinascimentale, ma anche senza tempo. Nel video e nelle immagini, ci invita a seguirla nel suo lungo viaggio fra le meraviglie del Belpaese, talvolta anche in bicicletta, in canottiera a righe, in giacca blu jeans e in abito elegante. Mangia la pizza, si scatta un selfie davanti al campanile di San Marco, felicissima di consumare chilometri e forchette pur di godere di questa bellezza tutta da vedere. Ma soprattutto da vendere, perché la "pubblicità è l'anima del commercio". Peccato che manchino gli spaghetti e il mandolino.

E, come se non bastasse, oltre alle immagini a bassa risoluzione scaricate da piattaforme online, un video girato in Slovenia da un regista olandese, la traduzione dall'italiano al tedesco affidata all'intelligenza artificiale. E così, i turisti tedeschi potranno trascorrere le loro vacanze a Garderobe (Camerino), a Rasen (Prato) oppure a Hundert (Cento) e via di seguito. La versione in tedesco è stata rimossa in seguito alle numerose critiche. Rimangono le versioni italiana, inglese e spagnola. Sono corrette? Ma nemmeno per sogno!

Lo storico bellunese, Marco Perale, curiosando sul sito della campagna promozionale, alla voce cosa vedere in Veneto, si è trovato davanti due enormi strafalcioni. "E se bramate la montagna la provincia di Belluno sarà un Paradiso per voi: Cortina d'Ampezzo, nel comprensorio del Dolomiti Superski, dispone di 70 piste da discesa servite da 5 funivie e 26 seggiovie. Poco più a Est si stagliano le Tre Cime di Lavaredo, e nella stessa zona potete lasciarvi ammaliare dalle acque azzurre del Lago Misurata e fare un'escursione fino al lago Sorapis, un gioiello color turchese incastonato nelle Dolomiti a quasi 2000 metri di altitudine". Misurata?!

Ma i turisti dovrebbero essere invogliati a conoscere l'Italia, non la città libica! Inoltre, gli esperti del ministero del Turismo ritengono che le Tre Cime del Lavaredo si siano spostate da NordEst a Est. Come dire, se Maometto non va alla montagna, le montagne vanno da Maometto! Le Tre Cime del Lavaredo sono assai note ai turisti austriaci e tedeschi come le "Drei Zinnen", ma nella versione in tedesco erano state trasformate in un'unica cima: Lavaredo Gipfel. Chissà che fine avranno fatto le altre due?

Un noto quotidiano della Svizzera italiana titola così un articolo: Open to meraviglia, se Armando perde la Testa. E c'è da crederci, davvero! Ed ecco pronta la risposta dell'agenzia Armando Testa che, all'uopo, compra una pagina sul Corriere della Sera: "Quando una campagna di promozione turistica rompe il muro dell'indifferenza e riesce a dar vita ad un dibattito culturale così vivace come quello acceso in soli 5 giorni da "Italia. Open to Meraviglia, rappresenta sempre qualcosa di positivo". E continua: "Grazie a tutti coloro che hanno immaginato che il video destinato alla presentazione del progetto, e dunque realizzato con materiale di repertorio, fosse già lo spot ufficiale della campagna".

Ma di quale dibattito culturale parlano? Si tratta di unanime disappunto per una campagna pubblicitaria brutta e inadeguata, al limite del grottesco. In quanto alla fervida immaginazione di tutti coloro che hanno immaginato che quella fatta circolare fosse già la campagna definitiva, ci si chiede: ma allora, perché mai la ministra Santanchè, in compagnia del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, del ministro dello Sport e dei Giovani Andra Abodi e Ivana Jelinic, amministratrice delegata dell'Enit, l'ha presentata il 20 aprile scorso con tanta sfarzosità? Non reggono le argomentazioni! Non prendeteci in giro!

La telenovela sembra non avere fine! Notizia di qualche giorno fa informa che al centro della polemica è finito il profilo Instagram ufficiale del progetto. Pare che i followers del profilo ufficiale della campagna social sarebbero soprattutto falsi, quindi, di fatto, acquistati attraverso servizi appositi (accessibili a chiunque) per gonfiare il numero di chi segue la pagina.

Di Carolina Gualea

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