Ital-Uil svizzera e i suoi primi 60 anni
Quando ha avuto inizio la vostra storia in Svizzera?
Franzin: è stato nel lontano 1963 quando il boom economico richiedeva manodopera per l’economia e arrivavano a migliaia gli italiani per cercare un posto di lavoro dignitoso in diversi settori dell’agricoltura, cantieristica, metallurgica e nel settore alberghiero. Lavoratori che erano allo sbando non conoscendo lingua, usi e costumi della Svizzera, né, tantomeno, diritti e doveri con i quali dovevano confrontarsi. Ed è così che grazie alle associazioni dell’emigrazione che sollecitavano la necessità di aiutare, tutelare e assistere questi nuovi connazionali in terra elvetica, ma soprattutto grazie anche agli ottimi rapporti esistenti tra la UIL e le organizzazioni affiliate e l’Unione Sindacale Svizzera, con i sindacati della metallurgia FLMO e della edilizia SEL (oggi Unia), che nel 1963 il compianto Dario Marioli costituiva la prima sede ITAL a Zurigo, ospitati dal sindacato FLMO dove tutt’oggi, a distanza di 60 anni, operiamo.
Nel 1971, terminate le scuole professionali, con l'apertura dell'ufficio di Bienne, assieme a Walter Emilio Antelmi, iniziò la mia collaborazione nel Patronato. Nello stesso anno fui incaricato di espandere l’attività di Patronato a Ginevra e successivamente a Berna.
Ero giovane, interessato a tutte le domande e richieste di informazioni e aiuto in qualsiasi ambito: dal permesso di soggiorno (ricordiamo che per i lavoratori stagionali la prima preoccupazione era quella di sapere quando avrebbero potuto ottenere un permesso annuale), alle traduzioni dei contratti di lavoro, ai controlli delle buste paga, alle assicurazioni sociali per sapere a quali diritti e prestazioni avevano diritto in caso di malattia o infortunio, alla ricerca di aiuti per un alloggio e, per chi arrivava con il permesso B, ai problemi legati alla scolarizzazione dei bambini in età scolastica.
Cosa è cambiato negli anni nell’attività del Patronato?
Negli anni sono stati diversi i cambiamenti. L’ITAL non si limita a soddisfare i bisogni di tutela e assistenza ai cittadini italiani e ai loro familiari nei confronti degli enti previdenziali e assicurativi italiani e svizzeri, ma sviluppa una capillare informazione e formazione dei lavoratori migranti at-traverso assemblee informative in tutte le regioni. Ad esempio, sono state oltre 70 le assemblee pubbliche promosse per informare la comunità italiana in Svizzera sull’amnistia fiscale in vigore dal 2010 all’ottobre 2018. Molti cambiamenti sono dovuti anche al fatto che negli ultimi due decenni arrivano sempre più giovani laureati e con un contratto di lavoro ma del tutto ignari sul sistema amministrativo svizzero. Non sanno che è necessaria l'iscrizione all'AIRE presso il Con-solato di riferimento ed annunciare la partenza al comune di residenza in Italia. È cambiata anche la richiesta di assistenza: da quando molti interventi vengono evasi online notiamo che molti pensionati, in età avanzata, si rivolgono a noi telefonicamente, con una scusa qualsiasi, pur di essere ascoltati da un'operatrice/operatore. Manca loro il dialogo con familiari e vicini, non escono più di casa se non costretti e il Patronato è diventato il loro centro sociale o di riferimento.
Di Lucci: con l'avvento delle tecnologie digitali, abbiamo adottato soluzioni informatiche per semplificare le pratiche burocratiche e facilitare l'accesso ai servizi. Ciò ha reso più efficiente l'erogazione dell'assistenza ai cittadini, riducendo i tempi di attesa e semplificando le procedure anche se, per coloro che non conoscono il sistema informatico, il tutto è reso più difficile; questo ha fatto si che noi venissimo sollecitati molto di più che in passato.
Nel corso degli anni, il Patronato ha ampliato la gamma di servizi offerti per rispondere meglio alle esigenze dei cittadini. Oltre all'assistenza previdenziale e fiscale, sono stati introdotti nuovi servizi come l'assistenza legale, l'orientamento al lavoro e l'assistenza nella compilazione delle pratiche amministrative italiane e locali.
La nostra attività è stata influenzata dagli aggiornamenti normativi nel campo della previdenza sociale e fiscale. Le modifiche alle leggi e ai regolamenti hanno richiesto un costante adattamento delle procedure e dei servizi offerti per garantire la corretta applicazione delle norme e fornire un supporto adeguato ai cittadini.
Nel tempo, abbiamo sviluppato collaborazioni con enti pubblici e privati per migliorare la qualità dell'assistenza fornita. Queste partnership permettono lo scambio di informazioni e la condivisione di risorse, contribuendo a creare sinergie tra diverse organizzazioni e migliorando l'efficienza dei servizi offerti.
La trasformazione digitale, negli ultimi anni ci ha permesso di offrire servizi online e sviluppare piattaforme digitali che consentono ai cittadini di accedere facilmente alle informazioni e ai servizi in generale. Ciò ha reso l'assistenza più accessibile e ci ha consentito di raggiungere un pubblico più ampio e rapidamente.
A quali bisogni dei connazionali siete in grado di rispondere?
Franzin: l’utenza che si rivolge al Patronato non è omogenea e c’è da aspettarsi qualsiasi domanda o richiesta di intervento. Ecco perché l’operatore di Patronato deve avere una solida conoscenza delle leggi locali, dei regolamenti e dei sistemi amministrativi sia del paese ospitante che di quelli italiani. Inoltre, l’operatore deve agire in modo professionale garantendo un servizio di qualità e fornendo assistenza accurata e affidabile all’utenza. Una stretta collaborazione con le Autorità locali nel Paese ospitante è essenziale per fornire assistenza efficace. L’operatrice/tore di Patronato deve stabilire canali di comunicazione e cooperazione con tali Autorità per affrontare insieme questioni amministrative, legali, sociali e di qualsiasi altro tipo. La nostra professionalità e competenza sono la nostra forza e biglietto da visita grazie agli aggiornamenti di tutte le disposizioni comunali, cantonali e federali che possono interessare il connazionale, così come i continui corsi di formazio-ne in presenza e online per tutte le nuove disposizioni e interpretazioni dei testi (decreti/regolamenti).
Viste le difficoltà che, vieppiù, riscontra la rete consolare nell’e-rogazione dei servizi ai connazio-nali, non sarebbe opportuno, al di là della collaborazione che già esiste, attuare la convenzione tra i Patronati e il MAECI per avere un quadro di regole certe?
Franzin: da oltre un decennio siamo in attesa della ratifica della convenzione tra i Patronati e il MAECI che, ora più che mai, dovrebbe essere attuata se si pensa che negli ultimi anni la sistematica riduzione del personale della rete consolare in Svizzera ha sostanzialmente aumentato il lavoro quotidiano del Patronato. Lavoro, peraltro, non riconosciuto agli effetti statistici. Pensiamo al fatto che una grande fascia dei nostri connazionali sono pensionati in età avanzata e hanno poca o nessuna dimestichezza con i mezzi online. Per citare un esempio, il "Prenotami" per fissare gli appuntamenti al Consolato, richiede un indirizzo e-mail che molti anziani non hanno e si rivolgono a noi. Il Patronato ha sempre dato, e continuerà a dare, supporto ai connazionali per qualsiasi pratica, ma non è sempre in grado di "prenotare" per loro a causa del tempo che queste operazioni ri-chiedono.
Di Lucci: la convenzione tra i Patronati e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) deve essere un'opportunità interessante per garantire un quadro di regole certe e migliorare l'erogazione dei servizi ai connazionali.
Una convenzione di questo tipo potrebbe stabilire un accordo formale tra le due entità, delineando le responsabilità, le procedure e le modalità di cooperazione. Ciò dovrebbe contribuire a garantire una maggiore efficienza, coerenza e trasparenza nell'assistenza fornita ai cittadini italiani all'estero.
Attraverso tale convenzione, dovrebbero essere definiti i ruoli e le competenze delle diverse parti coinvolte, stabilendo, ad esempio, i compiti specifici che spettano ai Patronati e quelli che spettano al MAECI. Inoltre, da stabilite modalità di scambio di informazioni tra le due entità, consentendo un'efficace collaborazione nell'erogazione dei servizi. Una convenzione che faciliti l'accesso ai servizi per i connazionali all'estero, fornendo linee guida chiare sulle procedure da seguire e le risorse disponibili. Ciò consentirebbe di ridurre le difficoltà riscontrate dalla rete consolare nel fornire assistenza e garantire una migliore fruibilità dei servizi da parte degli italiani residenti all'estero.
Tuttavia, è importante tenere conto che l'attuazione di una convenzione richiede un accordo tra le parti coinvolte e un impegno da entrambe le parti nel rispettare e attuare gli obblighi previsti dalla convenzione stessa.
In conclusione, una convenzione tra i Patronati e il MAECI deve essere una opzione da considerare per migliorare l'erogazione dei servizi ai connazionali, ma richiederebbe un'attenta valutazione e una sincera volontà di collaborazione tra le due parti, soprattutto che venga riconosciuto a livello statistico e che possano essere messe a punteggio tutti i servizi offerti ed erogati dal Patronato, nel nostro caso dall'ITAL.
Sarà possibile, in futuro, miglio-rare ed ampliare i servizi offerti ai cittadini italiani all’estero? Co-me?
Franzin: il Patronato si confronta già da tempo con nuove sfide per la tutela e l'assistenza dei cittadini italiani residenti all’estero. La chiusura di sedi consolari e la riduzione di personale presso le rappresentanze diplomatiche aumenterà senza dubbio la nostra attività e, se andrà in porto la firma della convenzione tra i Patronati e il MAECI, sarà necessario un adeguamento delle nostre strutture alle nuove esigenze. Inoltre, bisogna semplificare la burocrazia. Un’altra semplificazione, che comporterebbe una riduzione di tempo e spese per il pensionato, sarebbe il riconoscimento dell’operatore di Patronato, da parte dell’INPS, per la certificazione di esistenza in vita per evitare che il pensionato, spesso impossibilitato a spostarsi debba recarsi al comune, al Consolato o da un notaio per tale operazione. Il nostro unico obiettivo, in ogni caso, è quello di fornire sempre il miglior servizio ai connazionali.
A cura della Redazione
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