È di qualche giorno fa la notizia dell'arresto di una coppia di Gussago in provincia di Brescia. Otto milioni di euro sotterrati nel giardino ben ordinati in buste di plastica rigorosamente sigillate.
I finanzieri hanno trovato altri soldi in contanti nascosti nel sottotetto dell’abitazione. E non è detto che la caccia al tesoro sia finita. La Guardia di Finanza ritiene che i due coniugi fossero al vertice di un gruppo che ha emesso fatture false per oltre 500 milioni di euro e ha evaso il fisco per altri 93 milioni.
Anche il figlio e una zia sono agli arresti domiciliari. Altri si sono costituiti dopo pochi giorni di latitanza all'estero. Fantastico, sono stati arrestati! E ora? Quanti anni di carcere sconteranno per le loro malefatte?
Tra patteggiamento della pena, mesi di carcere abbuonati (tre mesi all'anno), riduzione di pena per buona condotta, gli anni di carcere che sconteranno si ridurranno all'osso. Bene, benissimo che siano stati arrestati, ma, visto che la detenzione deve essere rieducativa e tenuto conto che il mondo è pieno di gente che muore di fame, io avrei un'altra idea.
Perché non mandare queste persone in uno dei 45 paesi del mondo che non ha cibo a sufficienza? L'Etiopia, ad esempio, potrebbe fare al caso loro. Non c'è cibo, la situazione politica ha sconvolto la vita delle persone costringendole a fuggire dalle proprie case.
Il tutto aggravato dalla peggiore siccità che l'Etiopia abbia mai vissuto negli ultimi 40 anni. Lì, questi signori senza morale, potrebbero essere occupati da mattino a sera in lavori utili per quel popolo martoriato.
Forse penserete che io stia esagerando, ma penso davvero che il carcere, per un certo tipo di reati, non sia la soluzione giusta. Credo che, se il carcere punta alla rieducazione finalizzata al reinserimento del colpevole nella società., cosa può esserci di meglio se non scegliere una pena adatta al reato commesso?
Di Maria Bernasconi
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