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Cavalli

Amo i cavalli. Mi piace cavalcare. La simbiosi con il cavallo, quando riesce, è un sentirsi accettati dal cavallo. E viceversa. Diventa una relazione senza gioco forza. Nell’immaginario umano, il cavallo evoca libertà e bellezza ma non è stato sempre così. Nel corso dei secoli, la simbologia correlata al cavallo ha risentito dei diversi momenti storici e del pensiero culturale dominante, tanto da attribuirgli più volte un aspetto duplice che metteva in risalto, contemporaneamente, i caratteri positivi e negativi dell'animale.

Se in epoca arcaica il cavallo è stato associato al regno dei morti e come tale sacrificato ai defunti, successivamente il cavallo fu associato alla divinità Sole: il cavallo, infatti, era l’animale da tiro che trainava il "carro del cielo" condotto da Apollo, Mitra ed Elia. Poseidone, dio del mare e delle acque, era anche il protettore dei cavalli e come tale venerato presso i Greci. In molte opere d’arte, anche moderne, Poseidone è raffigurato mentre guida carri trainati da ippocampi, ovvero animali in parte cavalli e in parti pesci.

Molte favole dell'antichità raccontano le gesta di cavalli alati. Il più noto è sicuramente Pegaso, nato dal collo di Medusa, a cui Perseo aveva tagliato la testa. Bellerofonte addomesticò questo animale facendo uso delle briglie avute in dono da Atena. Grazie a Pegaso, Bellorofonte riuscì a vincere Chimera. Il mito racconta che con un colpo di zoccolo Pegaso fece scaturire la sorgente Ippocrene da Elicona, il monte delle Muse.

Zeus, adirato contro Bellerofonte, inviò un insetto, il quale punse Pegaso facendo cadere nel vuoto il suo cavaliere. Pegaso ritornò allora nel cielo, diventando una costellazione. Pegaso appare nel cielo verso la fine di luglio e potrà essere visto fino a metà febbraio dell’anno successivo. Il suo culmine lo ha verso la fine di ottobre, allorché si troverà molto alto in cielo. Ci sono altri "cavalli" che hanno raggiunto in terra il culmine della notorietà, che sono delle costellazioni, non in senso astronomico, ma in quello socio­economico.

Pensiamo allo stilista Roberto Cavalli! Nel celeberrimo film "Harry ti presento Sally", Meg Ryan, piangendo dopo aver saputo che l’ex compagno si stava per sposare e spaventata dal ticchettio dell’orologio biologico, diceva a Billy Cristal: “Naturalmente per voi è diverso, Charlie Chaplin ha fatto figli fino a 73 anni!”. Il comico, in una delle battute rimaste negli annali della storia del cinema rispondeva: “Ma non ce la faceva a tenerli in braccio!”.

Alzi la mano chi, tra gli over 40, non ha pensato la stessa cosa dopo aver appreso la notizia che Roberto Cavalli è diventato papà a 82 anni, nove anni più anziano del genio di Tempi Moderni. Nessuna cattiveria, benintenso. Stupore sì. Per Roberto Cavalli si tratta della sesta paternità mentre per la compagna, l’ex modella Sandra Nilsson­Bergman, che sta con lui da 15 anni e ne ha compiuti da poco 38, il primo banco di prova della maternità. I cavalli di razza restano tali anche quando hanno raggiunto una certa età.

Sembra che sia cosi anche per lo stilista Cavalli!

Di Graziella Putrino

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