Caro pugliese che sei nel resto del mondo, in Canada o in Lombardia, a Chicago o a Caracas, dove la neve imbianca la Foresta Nera o in Costarica, dove il tempo rallenta il suo passo sulle sabbie assolate. In un ospedale di Londra, parlando la lingua universale del dolore, o in Africa, ricorrendo alla memoria dei nostri antenati nel tendere la mano a chi ha da offrire soltanto la sua povertà. Ovunque tu sia: sappi che qui dove sei nato c'è una comunità che non ti ha dimenticato e che non vede l'ora di poter riabbracciarti dopo la lunga, interminabile
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