Jerusalema

Care lettrici, Cari lettori, State imparando i passi? Li sapete ad occhi chiusi? Avete inventato una vostra coreografia? La cantate, declamate: «Jerusalema ikhaya lami/ Ngilondoloze/ Uhambe nami/ Zungangishiyi Luna». Possiamo accogliere queste parole come un segno che la globalizzazione, nel suo senso migliore, vada avanti malgrado i colpi isolazionisti portati dal Coronavirus? Il «tormentone» di questa estate e non solo, è infatti una preghiera sudafricana. Parla di Gerusalemme. Una città in cui coabitano pacificamente etnie e religioni diverse. Una città in cui ci si sente a casa. Dove l’anima trova colore, calore e conforto. Un anno dalla sua composizione è
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